Nonostante i tanti cognomi esotici, i fatti dicono che gli amaranto sono tutt’altro che una squadra ricca di stranieri nel vero senso della parola
È una Reggina in cui solo apparentemente si parlano tante lingue. A ben guardare l’organico si nota una rosa ricca di cognomi non italiani, ma andando a valutarli uno per uno si capisce che il dato lascia il tempo che trova.
Pochissimi elementi a disposizione di Aglietti possono essere considerati stranieri, intesi come un calciatore che viene da lontano e ha necessità di ambientarsi in un calcio che gli appartiene.
Partendo dal più anziano: come può ormai German Denis non essere considerato un non italiano? Più che la cittadinanza italiana (che già ha), gli toccherebbe quella di Reggio Calabria. Per lui più di dieci anni in Italia.
Rigoberto Rivas gioca per l’Honduras, ma è arrivato in Italia da quando era poco più che un ragazzino con la famiglia. Anche per lui doppio passaporto. Lo stesso si può dire di Karim Laribi e l’ultimo arrivato Ejjaki. Il primo è milanese, ha giocato con la Tunisia per via del passaporto, l’altro è di Cremona e gioca con il Marocco in nome delle origini.
Andrey Galabinov, Jeremy Menez e Thiago Cionek sono rispettivamente bulgaro, francese e brasiliano naturalizzato polacco. Tutti , però, hanno circa un decennio a testa di militanza nel calcio italiano. Discorso che può essere esteso a Perparim Hetemaj, finlandese di origine kosovara, ma radicato calcisticamente in Italia da tanto tempo.
Adjapong ha origini ghanesi, ma è italianissimo ed è cresciuto a Sassuolo, sia come persona che come calciatore.
Chi è arrivato da poco in Italia è Dimitrios Stavropoulos che, però, si è già ambientato a Reggio, così come Ivan Lakicevic. Si augurano che presto possa fare lo stesso anche l’argentino Bruno Amione.
Sembra, dunque, una Reggina straniera, ma è in realtà una Reggina italianissima.