Oltre alle individualità, gli emiliani giocano un calcio che porta tanti uomini a muoversi tra le linee
Massimiliano Allegri, in una famosa intervista di qualche anno fa, si scagliava contro i teorici del calcio. La sua teoria era che, alla fine, tra uno schema e l’altro a fare la differenza fossero i giocatori e la loro capacità di trovare la giocata risolutiva come accade nei secondi finali di un’azione di basket.
È abbastanza chiaro che nel Parma che affronterà la Reggina ci sono tanti giocatori che hanno colpi per fare la differenza e indirizzare la partita verso una direzione preferenziale. Tuttavia, non mancano le situazioni di gioco che potenzialmente possono rappresentare un’insidia aggiuntiva per la Reggina. Circostanze su cui, evidentemente, Alfredo Aglietti avrà lavorato molto in settimana per evitare di patire l’azione avversaria in fase difensiva.
Il 4-3-3 di Maresca, ad esempio, è caratterizzato dalla presenza di uomini che sanno inserirsi dietro le linee, Vazquez in primis. Si tratta di una caratteristica di gioco che la Reggina ha già sofferto, sia contro la Ternana che contro il Vicenza. Falletti in un caso e Dalmonte in un altro hanno dato noia alle spalle dei due mediani amaranto che non hanno grande capacità di rincorrere l’avversario nel momento in cui vengono sorpresi alle spalle.
Al Menti Aglietti ha ritenuto opportuno abbassare il baricentro, facendo leva sul vantaggio e speculando sul punteggio. Sarà da capire cosa accadrà dall’inizio a Reggio, ricordando come il Parma ha uomini molto veloci e capaciti di saltare l’uomo sugli esterni offensivi come Mihaila e Man. Lì sarà importante prestare la massima attenzione.
Certo è che anche il Parma dovrà preoccuparsi delle risorse a disposizione della Reggina. Vincerà alla fine chi sbaglierà di meno. Ma questo è un po’ come scoprire l’acqua calda per la Serie B.