Galabinov e Montalto hanno medie da possibile doppia cifra, dietro scalpitano Denis e Tumminello, ma vederli in due alla volta è difficile
Andrey Galabinov (seppur in flessione) e Adriano Montalto il loro dovere, fino al momento, l’hanno fatto. La Reggina ha scoperto di poter contare su giocatori che in area hanno una certa pericolosità e che vedono la porta. Due pedine che, in questa fase, hanno dato l’impressione di dare più garanzie rispetto agli interpreti di altri reparti.
E in attacco si ha quasi l’impressione che ci sia grande abbondanza, tenuto conto che iniziano ad arrivare buoni segnali da Tumminello e Denis è sempre Denis.
Puntare, però, su un attacco a due punte è oggi una soluzione che convince poco. Intanto perché è difficile trovare una coppia che si integri bene, ma soprattutto perché la squadra viaggia verso un equilibrio che conduce ad un modulo che è un ibrido tra 4-3-3 e 4-2-3-1.
La presenza di un uomo che all’occorrenza può diventare un centrocampista pare essere essenziale. Allo stesso modo puntare su un eventuale 3-5-2 parrebbe una scelta anacronistica, in un campionato dove quasi tutti gli allenatori puntano sulle catene sugli esterni e rischierebbero di creare superiorità sugli esterni.
Lo stesso Aglietti non sembra tipo da sconfessare in maniera così netta tutto il lavoro fatto fino al momento. Il paradosso è che, al momento, la Reggina ha negli attaccanti la migliore risorsa, ma deve trovare l’incastro giusto per farne valere la vena realizzativa.