È una fase in cui si vede tutto “nero”, ma il realismo impone anche la necessità di guardare le cose con oggettività
Si fatica a fare il conto di quante sconfitte abbia rimediato la Reggina nelle ultime giornate, così come continua ad apparire difficile da interpretare il modo in cui è maturato un calo che sembrava difficile potesse essere un crollo così verticale.
La prova con il Brescia è stata resa probabilmente più negativa dalla situazione statistica in cui la Reggina è. Fosse arrivata in altri periodi, si sarebbe accettato con maggiore tranquillità il fatto che dopo una fase molto travagliata si potesse perdere contro una compagine decisamente più attrezzata.
Ed è proprio la mancanza di condizione avuta contro i lombardi che deve passare dal non essere un alibi per l’ennesimo ko al Granillo alla possibilità di acquisire consapevolezza che, con una forma migliore, la squadra possa ritrovare una direzione giusta.
Una volta cambiate le prospettive (che oggi parlano di salvezza), si può anche fare leva sull’aspetto statistico: la classifica. Al giro di boa la squadra ha cinque punti più dell’anno scorso e, comunque vadano le cose, avrà ancora più punti rispetto ad un anno fa per ancor tre giornate.
Questo significa che il presupposto, quantomeno numerico, per uscire dai guai al più presto c’è. Manca, però, la reazione della squadra che ci si augura possa arrivare presto.
….oltre al fatto che Baroni ha ampiamente dimostrato che come allenatore a due palle grosse così
vero, ma l’anno scorso col subentro di Baroni abbiamo tenuto una media da secondo posto per tutto il girone di ritorno. Non possiamo permetterci di adagiarci sui 5 punti in piu rispetto all’anno scorso, si disintegreranno presto se non ci diamo una sveglia