A distanza di tre anni e mezzo il club amaranto torna a vivere un momento complicato
Non serve grande memoria storica per ricordare quanto, solo tre anni e mezzo fa, la Reggina fosse ad un passo dal non scendere in campo contro la Vibonese. Il club, per diversi motivi contingenti, era ad un passo dal fallimento in Serie C e a campionato in corso, nonostante stesse andando particolarmente bene sul piano del rendimento.
Ad un certo punto sembrava davvero finita. Fino al momento in cui si confezionò il miracolo e la nuova società di Luca Gallo pagò gli stipendi ancora prima che si completasse il passaggio di proprietà.
Indipendentemente da come è finita, quello fu un vero e proprio miracolo. . Oggi la Reggina è apparentemente in una situazione molto complicata (ed anche concretamente). Mettendo, però, sulla bilancia le due situazioni, benché la situazione debitoria sia differente, si nota come oggi sia meno impossibile pensare ad una soluzione.
La Reggina è in Serie B, ha il centro sportivo S.Agata in concessione e ha tutti i pezzi al suo posto (logo e nome ad esempio). È un pacchetto decisamente più invitante e non a caso ci sono diversi interessamenti alle porte. Il problema, come i tifosi hanno ormai capito, è solo ed unicamente il tempo.
Serve un miracolo che sia un po’ meno miracolo di tre anni e mezzo fa.
non possiamo sempre aspettare che sia la squadra di calcio a trascinare la cittâ. una volta tanto deve essere la cittâ a crescere, prima di tutto nel singolo individuo-cittadino. Basta alibi e basta aspettare salvatori
Non posso pensare che gli addetti ai lavori (giustizia e probabili acquirenti) non possano tenere conto dei tempi tecnici che la Reggina dovrà rispettare. Non avrebbe senso prodigarsi per risolvere le macchinose dinamiche burocratiche per poi non riuscire a rispettare i tempi, sarebbe un suicidio.