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Reggina: probabilmente non c’è un problema trasferta

Il rendimento esterno, al momento, non è  all’altezza di quello complessivo

Il calcio è fatto di episodi e, a volte, negli aspetti che si ripetono può anche esserci episodicità. La Reggina, ad esempio, ha perso tre delle cinque trasferte giocate fino al momento, pur avendo avuto un rendimento complessivo  quasi da primato.

Ci si affanna a parlare di “mal di trasferta”, ma forse nel dato c’è tanto altro da sottolineare.  Il primo aspetto è che c’è anche della casualità. La squadra non meritava di perdere né a Terni, né a Modena e né a Parma. Anche quando ha offerte prove non brillantissime, come ad esempio al Braglia o al Tardini, avrebbe potuto tranquillamente portare a casa un risultato positivo.

Gli episodi non hanno girato in maniera favorevole. E quando questo accade possono esserci altri elementi da considerare. In primis gli avversari, poi i demeriti  e a volte anche le scelte degli allenatori avversari.

Sia Lucarelli che Tesser che Pecchia hanno messo in campo un calcio speculativo. Hanno cioè costruito una squadra votata a limitare la Reggina, non ad imporre il proprio gioco. Lo hanno fatto anche altri, ad esempio il Cosenza, ma non hanno avuto la forza per resistere agli amaranto. Con un po’ di fortuna ed anche con po’ di errori degli amaranto, lo hanno fatto invece coloro i quali sono riusciti a vincere.

Il sintomo evidente deriva dal primo gol segnato con il Cosenza. Nella prima circostanza in cui i rossoblu hanno alzato il pressing, stare rintanare nella propria area di rigore, gli amaranto hanno tenuto un possesso palla da maestri e sono andati a meta con Rivas. In quella occasione la Reggina è pasasta al primo tentativo ed ha messo la partita in discesa. E accade ogni volta che la Reggina riesce, in un modo o nell’altro, a sbloccare la partita. Quando non lo fa, le cose diventano difficili.

Ed è accaduto soprattutto in trasferta e questa potrebbe essere una casualità.

 

 

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1 anno fa

Il problema esiste ed è evidente se in casa sei un rullo compressore e concedi un solo tiro agli avversari e fuori, nonostante il grande ed incessante sostegno di tremila e più tifosi al seguito, perdi per tuo demerito e non per palese merito degli avversari. Se gli avversari ti hanno studiato trovando le contromisure all’unico sistema di gioco (4-4-3) sinora attuato, devi, se sei furbo, presentarti con altro sistema di gioco e con altri interpreti per annullare la preparazione speculare che gli avversari hanno preparato; la cosa è fattibilissima tenuto conto che il Patron Saladini ha speso una barcata di denari per dare a Inzaghi 24 titolari complementari tra loro; se poi noti che il rendimento di qualcuno in termini di sostanza (Ricci) – aldilà dell’indiscutibile impegno ed attaccamento alla maglia del giocatore – sai non essere all’altezza di chi sostituisce, allora abbandona questa idea per non concedere un indiscutibile vantaggio all’avversario e non creare un magone ai giocatori in panca che evidentemente meriterebbero, loro, di subentrare. Le immeritate sconfitte, per stessa ammissione di Inzaghi, le prendiamo come insegnamento…ed allora impariamo (stavolta si) dagli errori commessi che ci sono costati, probabilmente, 7 punti.

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