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La Reggina e il diversivo proposto a Venezia

Gli amaranto hanno una rosa che consente di proporre soluzioni diverse in base alla necessità

La pausa per qualsiasi allenatore è l’occasione anche per poter provare qualcosa di nuovo a livello tattico. Nuove soluzioni che potrebbero tornare utili, anche se, come nel caso della Reggina, l’assetto tattico predefinito funziona.

Non a caso Pippo Inzaghi, nel recente passato, ha dichiarato che tra le sue idee c’è anche la possibilità di proporre una squadra a due punte. Una sorta di 4-4-2 in cui ci dovrebbe essere la capacità di sostenere un centrocampista in meno ed un attaccante in più.

A Venezia, ad esempio, la squadra quando doveva recuperare il risultato si è schierata con il 4-2-3-1. Un modulo super spregiudicato, considerato che uno dei due mediani era Hernani. Molto interessante si è rivata la posizione di Menez tra le linee e alle spalle di Gori, totalmente libero dalle marcature che spesso calamita quando gioca da falso centravanti.

Uno schieramento forse non sempre supportabile, ma sui ci si può lavorare per avere diversivi da proporre a gara in corso. E fore anche più logico di quelle mosse della disperazione, in cui svantaggio di risultato, la Reggina si è schierata con due punte pesanti (Gori e Santander). Scelta, tra l’altro, applicabile solo a Terni e Modena, considerato che a lungo l’attaccante paraguaiano è stato indisponibile.

 

 

 

 

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