
Il match contro i sanniti condizionato dalla vista dell’arbitro e del Var
A fine partita Massimo Taibi non ha nascosto il suo non amare la Var. Pensiero che diventa condivisibile se il pulpito è quello di chi vede un classifica mutilata da un uso rivedibile della tecnologia
Sulla classifica degli amaranto, secondi a -5 dal Frosinone, pesano come macigni due epsiodi contestatissimi. Il primo è il gol annullato a Di Chiara a Modena. Era quella una partita in cui gli avversari giocavano rintanati nella loro area di rigore e un gol segnato avrebbe probabilmente cambiato in maniera defintiiva le sorti del match.
In quell’occasione, dopo la convalida del gol, la rete venne annullata per una posizione di Majer che era sulla visuale del portiere. Circostanza che, in realtà, non è mai stata chiarita totalmente dalle immagini televisive. Nel dubbio il Var intervenne per annullare la rete in una gara che gli amaranto poi persero con una miriade di tiri in porta a uno, con un portiere avversario in stato di grazia.
Non sembravano, invece, esserci dubbi sul gol da annullare al Benevento. C’è un giocatore a terra dal lato in cui finisce la palla. Non si fosse alzato si poteva anche pensare che fosse disinteresato al pallone, benchè ci sarebbe da sottolineare il fatto che fosse davanti la porta. Siccome, però, si alza e guarda la palla, ostacolando ulteriormente la visuale del portiere, sembravano non esserci dubbi. Il pareggio, subito a otto minuti dal novantesimo, è un boccone durissimo da mandare giù.
