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Reggina: l’abilità in più di Contini

Il portiere ha esordito contro la Ternana e ha lanciato segnali importanti

Forse sul gol della Ternana si poteva fare di più nella gestione della situazione, ma nella sua prima partita con la Reggina Nikita Contini ha dimostrato di essere potenzialmente un portiere importante. Non era facile se si considera che veniva da diversi mesi di inattività e si sa quanto i portieri soffrano la mancanza dalla partita vera prolungata.

La parata su Pettinari che ha evitato lo 0-2, poco dopo la realizzazione umbra, ha tenuto in piedi la Reggina e ha gettato le basi per la rimonta. La Reggina aveva probabilmente bisogno di un portiere che avesse nelle corde parate che potessero fare la diferenza.

L’ex estremo difensore della Sampdoria potrebbe avere caratteristiche che lo rendano un portiere che vada oltre l’ordinaria amministrazione. Si attendono, ovviamente, ulteriori banchi di prova. Di certo c’è che si tratta di un calciatore che ha una facilità di calcio fuori dall’ordinario per quello che è il suo ruolo. Più volte la Reggina è riuscita a ripartire grazie alla rapidità con cui riesce a lanciare in maniera precisa per gli attaccanti.

Esemplificativa è stata un circostanza in cui da un suo rinvio Rivas si è trovato praticamente lanciato in contropiede. E si sa che serve davvero tutto per rendere una squadra forte e completa.

 

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Agostino
Agostino
1 anno fa

Nikita e un difensore sabato scorso potevano regalarci un’altro sabato tipo Spal, la sconfitta più amara di questa stagione, più di quella sonante contro il Perugia. Dicevo Nikita è stato bravissimo con quella sua uscita magistrale ha evitato il 0-2, oggi, parlavamo di crisi e non dei …mille tifosi al seguito a Bolzano! Prendiamolo come buon segno e nello Sport i segni sono fondamentali, secondo me. Il calcio è cosi o peggio, vedi l’eliminazione del Napoli dalla Coppa Italia patita contro la Cremonese, l’ultima in classifica del campionato italiano o la sconfitta inaspettata in casa dell’Inter, contro l’Empoli, Inter che era in corsa per affermarsi al secondo posto e sorpassare la nemica Milan, e tanti altri ancora…come i 15 punti tolti alla Juventus…o addirittura il VAR che non assegna il valido gol a Canotto! Andiamo avanti fiduciosi e che i ragazzi non deludano soprattutto i mille e più tifosi Amaranto in quel di Bolzano. FORZA REGGINA

Vincenzo
Vincenzo
1 anno fa

Cari Tutti

Nikita, non manca certo di personalità, speriamo che a questa – che è già tanto – unisca la bravura e la Reggina avrà vinto ancora una volta la sua scommessa con i portieri: l’ha già vinta due anni fa con Nicolas, che proveniva da una lunga inattività (due interi campionati con zero presenze) l’ha vinta l’anno scorso con Turati, un 2001 che giocava per la prima volta tra i professionisti e poiché si dice che non c’è due senza tre speriamo che la vinca anche quest’anno facendoci smaltire l’ubriacatura passata sognando di vedere a difesa della nostra porta nomi illustri e altisonanti.

 

Nikita è un attaccante mancato, era quello il ruolo che sognava quando il padre, responsabile dell’allora Atletico Giugliano, gli aveva trasmesso la passione per il calcio, ma a dirigere la scuola calcio c’era Salvatore Sestile, uno che di portieri se ne intendeva visto che quel ruolo lo aveva ricoperto per anni nelle società dilettantistiche (per esempio l’Akragas, in serie D), che lo “vede” più a difesa della propria porta che all’attacco della porta avversaria.

 

L’ultimo torneo giocato per intero da Nikita, come era già accaduto per Nicolas (non possiamo dire anche per Turati perché è appunto un 2001) è stato nel 2019-’20 con l’Entella (tredicesimo posto per la sua squadra e decimo posto nella graduatoria speciale riservata ai portieri) poi totalmente inutilizzato l’anno dopo con il Napoli (torneo 20-21) e l’anno dopo, secondo di Marco Festa del Crotone nella fase centrale del torneo (dalla sesta alla dodicesima giornata) e poi con il Vicenza nella parte iniziale della sua esperienza veneta (dalla 21esima alla 28esima) e nella parte finale (dalla 35 alla 38esima più play out finali poi perduti contro il Cosenza).

 

Uno che se ne intende ha detto che Nikita è un portiere esplosivo, in tutti i sensi, positivo e purtroppo anche negativo: mi auguro, ed auguro di vero cuore a Nikita, che resti esplosivo solo in senso positivo e che ci aiuti a riportare i colori amaranto nella massima serie, perché quest’anno (e non è detto che ci venga data occasione anche il secondo ed il terzo anno del fatidico triennio ormai diventato famoso) bisogna provarci fino in fondo.

 

E fino in fondo ci proverà Pippo, una persona seria che è anche un totem del calcio, oltre ad essere un malato di calcio che pensa e vive per il calcio.

 

E penso che sia il caso di tornare allo sfogo, a mio avviso del tutto comprensibile, di Pippo, ed ai suoi adagi ripetuti all’infinito (abbiamo tirato 25 volte in porta…abbiamo tirato 20 volte ect ect) che alla lunga  potrebbero stancare qualcuno, come capisco chi pur non essendosi schierato a muso duro contro Pippo (come avrebbe potuto con un vice capolista ?) si ritrova ingiustamente ricompreso nel mucchio ma non avremmo potuto chiedere al nostro Pippo di mettersi davanti ad una lavagna, tracciare una linea in mezzo e scrivere i “buoni” da una parte ed i “cattivi” dall’altra: quindi deve parlare necessariamente in generale ed ammettiamolo, vista da uno che non è parente di Pippo, forse qualche critica che gli è stata mossa forse appare troppo ingenerosa nei confronti di chi dall’inizio della stagione ci consente di guardare tutti, o quasi tutti, dall’alto in basso.

 

Secondo la mia personale sindacabile filosofia sono da considerare buoni coloro che commentando, anche attraverso aspre critiche, restano sempre in buona fede e cattivi coloro che invece ne sono in parte o del tutto privi. 

 

Insomma pur ricordando sempre che noi negli allenamenti non ci siamo come non siamo dentro lo spogliatoio nulla da obiettare se qualcuno – quasi sempre in occasione di un insuccesso – ha qualche critica da muovergli (avrei visto quello meglio di quell’altro, o l’avrei messo in campo prima ect ect) ma cercando di tenere sempre in mente con tutti (a maggior ragione con le persone che per portare avanti i nostri colori danno tutto) che absit iniura verbi: resti lontana l’offesa dalle parole.

 

Insomma per fortuna alla fine tutto torna anche quelle stanche litanie ripetute da Pippo ogni fine gara perduta ingiustamente, perché come diceva l’indimenticato Vujadin, (Boskov) per segnare bisogna tirare in porta perché chi non tira in porta non segna e aggiungerei io, più tiri (e 25 volte in una partita è davvero tanta roba) e più hai probabilità di segnare perché, diceva sempre l’indimenticato Vujadin, dopo pioggia viene sole.

 

Forse Vujadin aveva ragione, e se aveva ragione lui forse ha ragione anche il nostro Pippo, altrimenti non si spiegherebbe, né con la statistica, né con la logica e né con il buon senso, perché la classifica dei tiri che hanno centrato lo specchio della porta (che non conta nulla) è speculare alla classifica dei punti conquistati (che conta eccome se conta!).

 

Chi sono le prime tre della classifica che conta ?

Ovvio, Frosinone, Reggina e Genoa.

Chi è (da corregionale, purtroppo !) l’ultima della classifica che conta ?

Il Cosenza.

 

Chi sono le prime tre della classifica che non conta (quella dei tiri che hanno centrato lo specchio della porta) ?

Sempre Frosinone, Reggina e Genoa (102 tiri cadauno le prime due, 99 il Genoa).  

Chi è l’ultima della classifica che non conta (sempre quella dei tiri che hanno centrato lo specchio della porta) ?

Il Cosenza con 58 tiri.

 

E se volessimo cercare altre prove di corrispondenza tra la classifica che conta e quella che non conta potremmo aggiungere che immediatamente dietro al terzetto di testa troviamo, rispettivamente, Pisa, Parma, Cagliari e Bari, cioè le quattro squadre che potrebbero (almeno sulla carta) infastidire il terzetto in fuga.

 

Quando, nella singola gara, la classifica dei tiri non si copioincolla a quella dei punti ottenuti (vedi Perugia e Spal) possiamo consentire a quel povero Cristo di un Pippo di lamentarsi o decidiamo che non può farlo a prescindere ?

 

E quella classifica che non conta, quella dei tiri che centrano la porta avversaria, che, alla lunga rispecchia quella classifica che conta, quella dei punti sonanti, con il Perugia prima e con la Spal poi si è rivelata fallace perché avrebbe dovuto, fedelmente alla classifica che non conta, assegnare 3 punti + 3 ed invece ha assegnato zero punti + zero.

 

Differenza, comunque esistente ma molto meno netta, con la Ternana (6 contro 4) che però ha portato in dono i 3 punti e (giustamente) tutti felici (io per primo) ad esultare (io per primo o almeno per secondo!).

 

Per la cronaca, netto il divario della Reggina con le contendenti rapinatrici, 8 contro 2 il conto contro la Spal ed era stato 14 contro 7 il conto con il Perugia.

 

Insomma diamo al defraudato almeno facoltà di lamento e se dovesse ricapitare non lamentiamoci noi, a nostra volta, dei suoi lamenti !

 

La 21esima giornata ha dato, a mio avviso, un verdetto importante: la lotta per i primi due posti dovrebbe – lo dice la statistica – restringersi tra quelle prime tre con due a festeggiare già il 19 maggio o anche prima e la restante risucchiata nell’inferno dei play off.

 

A chi il ruolo di restante ?

Speriamo non tocchi alla nostra Reggina ?

 

Potrebbero le altre, quelle dislocate tra 29 e 33 punti, giocare il ruolo di guastafeste delle prime tre della classe ?

 

Le statistiche dicono che recuperare 6-10 punti è assai difficile, estremamente difficile per quelle posizionate tra 29 e 30 punti (Pisa, Parma, Cagliari e Ternana).

 

Nel 21-’22 la Cremonese, quarta alla 21esima, di punti ne ha recuperati 2 al Pisa secondo che nella stessa giornata occupava il secondo posto. 

 

Nel 20-’21 la Salernitana, poi promossa come seconda, era già seconda alla 21esima, anche se a pari merito.

 

Nel 19-’20 il Crotone, poi promosso come seconda, di punti ne ha recuperati 1 al Pordenone che nella stessa giornata occupava il secondo posto. 

 

Nel 18-’19 il Lecce, poi promosso come secondo, era già secondo alla 21esima, anche se a pari merito.

 

Nel 17-18 l’anno con il recupero massimo delle squadre attardate alla 21esima giornata; la terza e la quarta, rispettivamente Empoli e Parma, recupereranno rispettivamente 5 e 4 punti al Palermo e al Frosinone che alla 21esima guidavano la classifica.

 

Nel 16-’17 la Spal, poi promossa come seconda, di punti ne ha recuperati 2 al Frosinone che nella stessa giornata occupava il secondo posto. 

 

Nel 15-16 i primi due alla 21esima (Cagliari e Crotone), si confermeranno i primi due (nelle stesse identiche posizioni) anche a fine campionato e la stessa cosa accadrà sia nel 14-15 che nel 13-14 con i primi due alla 21esima (Carpi e Frosinone nel 14-15 e Palermo Empoli nel 13-14) che si confermano leader anche a fine campionato.

 

Ed inoltre – questa statistica giova più ai ciociari che a noi – la squadra prima alla 21esima ha quasi sempre guadagnato (otto volte su nove, escluso il Palermo del torneo 18-19), nei tornei già presi in prestito, la promozione diretta confermando sette volte su nove il posto di leader della classifica (escluso oltre al già citato Palermo anche il Verona che ha comunque conquistato la promozione diretta in veste di seconda della classifica),

 

Le statistiche ci forniscono poi un’altra certezza: la logica ma soprattutto l’aritmetica dice che se vinci prendi 3 punti e se non vinci 1 o zero allora, se punti alla promozione diretta e ti ritieni mediamente più forte delle altre (e le due classifiche, quella che conta e quella che non conta ti danno ragione) devi giocare sempre per vincere anche se poi alla fine ti capita di non riuscirci perché, prendendo per esempio a prestito una striscia di tre partite, è più facile – se sei mediamente più forte delle altre – vincerne due su tre facendo sei punti o perderne due su tre facendo tre punti (il 33% degli obiettivi che ti eri prefissato), gli stessi che avresti conseguito raggiungendo il massimo degli obiettivi (100%) mirando sempre al pareggio.

 

I numeri confermano la logica e l’aritmetica; le due squadre che pareggiano meno (solo tre volte su 21 partite) e che quindi, tendenzialmente, giocano sempre per vincere anche se dovesse capitargli di perdere sono anche le squadre che hanno vinto di più e che occupano i primi due posti della classifica, appunto Frosinone e Reggina. 

 

A conti fatti con altre nove vittorie e qualche pareggio sparso, frutto non di obiettivo prefissato ma di alternativa ad una vittoria mancata dovremmo arrivare a quei 68 punti che nove volte su nove degli ultimi nove campionati hanno portato alla massima serie.

 

9 vittorie su 17 partite (52,9% di vittorie) che sono alla portata di una Reggina che nelle prime 21 giornate di vittorie ne ha conquistate dodici (57,1%).

 

Se alla Reggina di vittorie ne servono 9 al Bari, affetto da pareggite, di vittorie ne servirebbero 11, cioè dovrebbe passare da una media vittorie del 38% ad una media del 64,7%, e l’impresa appare oggettivamente complessa.

 

Saltando il Sudtirol che se guadagnerà i play off brinderà a champagne, restano le temibili compagini a 30 e 29 punti, che la distanza, misurabile in anni luce, fa diventare meno temibili: distanza non colmabile – e di fatto mai colmata – con le leggi dell’aritmetica spicciola presa a prestito da un matematico della domenica come me.

 

Insomma smontiamo una delle tante sciocchezze che girano in questi giorni: con il girone di ritorno inizia un altro campionato perché i fatti ed i numeri dimostrano che con il girone di ritorno inizia lo stesso campionato del girone di andata perché i punti conquistati dopo aver affrontato tutti verranno più o meno perpetuati quando affronterai di nuovo le stesse squadre che hai già incontrato all’andata e quindi a meno di recuperi miracolosi le prime due usciranno dalla terna che oggi guarda tutti dall’alto al basso: Frosinone-Reggina-Genoa con il Frosinone nettamente avvantaggiato più che altro per un fatto squisitamente e rigorosamente matematico: per lo stesso discorso già fatto in precedenza 6 punti non si recuperano poi così facilmente.

 

A conti fatti l’avversario principale della Reggina sarà il Genoa che sabato u.s., sull’ultimo giro di lancette, ha strappato due punti al Benevento ma soprattutto (purtroppo) a noi.

 

Non ha brillato sabato, come non aveva già brillato in casa con il Venezia ma ha conquistato 6 preziosissimi punti che conteranno molto nei resoconti di fine campionato.

 

È comunque una corazzata temibile di cui non fidarsi che continua ad accusare, nonostante le ultime vittorie striminzite, grossi problemi in casa, un gol a partita in casa (10 su 10 gare) meno di quanti ne ha realizzati, nelle stesse giornate, il fanalino di coda Cosenza (13 !) e meno della metà di quante ne abbiamo realizzato noi: esattamente non proprio un ritmo da promozione diretta e noi dal cuore amaranto gli auguriamo di perseverare nella stessa direzione. 

 

Per dirla con Sallustio faber est suae quisque fortunae, e noi la nostra, che nessuno ci ha regalato, speriamo di giocarcela fino alla fine; io ne sono certo.

 

Forza Reggina !

 

                                            Vincenzo

 

 

 

Tex
Tex
1 anno fa

…prima di diventare portiere giocava in avanti, questo spiega il suo gioco di piedi…non da classico portiere. Come diciamo a Reggio: ogni figatu i musca è sostanza.

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