I numeri dicono che nel girone di ritorno le sue giocate decisive sono state molte meno
Trentuno presenze, 5 reti e 3 assist. Sono i numeri di Jeremy Menez nella stagione in corso. Una quantità di presenze che non si era vista nelle passate stagioni e che nella prima parte dell’annata era corrisposta ad un rendimento di grande qualità. Potrebbe non essere un caso che da quando il francese è un po’ meno Houdini la Reggina è molto meno performante sul piano dei risultati.
La sua ultima giocata decisiva risale al 18 febbraio. Si tratta dell’assist per Hernani in quella incredibile partita di Cittadella in cui la Reggina dominò il primo tempo e si fece ribaltare lo 0-2 della prima frazione. Poi ci si deve spingere fino al 28 febbraio per trovare il gol con il Sudtirol. POi basta, tutto il resto è nel girone d’andata quando giocando da falso nueve riusciva a fare la differenza.
La stessa squadra, però, aveva un atteggiamento tattico che gli consentiva di essere più decisivo. Gli amaranto pressavano alti, erano corti e facevano correre poco il francese in verticale. Lui, però, si muoveva tanto e svariava su ogni parte del campo. Va, inoltre, detto che Menez non ha mai fatto mancare il suo apporto alla sua squadra, tant’è che spesso lo si è visto difendere nella propria metà campo.
Caricare un’intera squdra sulle spalle di un solo giocatore è assurdo; per quanto neanche lui sia esente da colpe, é palese il dislivello tecnico tra Menez e i suoi compagni che spesso, ahimè, non concretizzano le giocate del francese o, semplicemente, non le capiscono. Cerchiamo di fare bene con Como e Ascoli e strappare, magari, un punto tra Frosinone e Bari e poi basta, pensiamo al prossimo anno
Quell’atteggiamento tattico è venuto a mancare nel girone di ritorno, perché sono crollati fisicamente Gagliolo e Cionek, Fabian e Mayer, Di Chiara e Pierozzi a tal punto che Inzaghi, disperato, ha dovuto cambiare modulo. Perché è successo?
Nessuno attorno a lui con cui dialogare e finire l’azione, nessuno!
In meno pardon
Se critichiamo Menez all’ora è meglio guardare i tornei di freccette. Se avesse qualche anno in più potrebbe fare comodo a Milan e Inter allenato bene. In B non c’entra nulla. Poi bisogna fargli i complimenti perché uno che ha la sua storia calcistica è umile e corre dietro agli avversari più di tanti pseudo giovani campioni. Il prezzo del biglietto solo per vedere le sue giocate
Nel ritorno ha giocato il fratello gemello scarso di menez