
Al di là della penalizzazione, c’erano i margini e valori per esprimere una classifica migliore
Che il campionato di Serie B sia fatto di fasi è un dato di fatto. Periodi in cui le squadre vanno a mille, altri in cui c’è da parare i colpi. La Reggina ha probabilmente gestito meno bene di altre formazioni il periodo di minima brillantezza. Quello per intedersi delle prime gare del girone d’andata, considerato che nelle ultime sei gare sono comunque arrivati dieci punti.
Serviva qualche pareggio in più e magari evitare di perdere partite già vinte come quelle contro Cittadella e Cosenza. Non si può, però, tornare indietro.
Si può, però, fare un’analisi complessiva e non si può non notare una aspetto nella distribuzione dei punti. Nel girone di ritorno la Reggina non ha battuto nessuna squadra delle ultime sei in classifica, eccetto il Perugia.
Ha perso, come detto, a Cosenza e Cittadella, si è fatta battere in casa da Spal e Brescia e poi ha perso l’occasione di vincere a Benevento. Al di là di penalizzazioni e possibili restituzioni, è innegabile come ci fossero i margini per poter fare di più contro formazioni che hanno faticato non poco nel corso di questo campionato.
E basta pensare alle evoluzioni di ciascuna partita per mettere in rilievo come, in tutti i casi, ci fosse la possibilità di ottenere più di quanto non sia arrivato.
